Lo sguardo come strumento di connessione

da | Ago 28, 2019 | clinica

Una delle più evidenti verità dei nostri tempi è sicuramente la possibilità di svolgere le più svariate attività quotidiane tramite l’utilizzo di smartphone, tablet e computer.

Questi dispositivi digitali connessi ad Internet consentono, ormai a costi ridotti e con tempistiche minime, di comunicare a distanza,rimanere aggiornati, leggere libri, ascoltare musica, guardare film, così come anche lavorare, da soli o con altri, pur rimanendo comodamente sdraiati a letto, in pigiama, tra le quattro mura di casa.

Nonostante questi indiscutibili benefici, sono sempre numerosi coloro che attribuiscono alla tecnologia digitale la responsabilità, per esempio, della mancanza di contatto visivo tra persone sedute allo stesso tavolo o comunque nella stessa stanza.

Il contatto oculare può assumere una fondamentale importanza nelle relazioni che noi tutti siamo abituati a stringere, ogni giorno.

E’ molto difficile pensarlo ma, ci sono persone che soltanto attraverso l’altro possono e riescono a scoprire e ri-scoprire un’immagine “ideale e perfetta” di se stesse.

Quando entriamo in contatto con gli occhi di una persona sappiamo bene che è difficile “scappare” dalle sensazioni che si provano in quel momento. 

Gli occhi rappresentano una modalità importante per comunicare con l’altro perché esprimono chiaramente tutte le emozioni che la persona davanti a noi può e sta provando.

Se guardiamo negli occhi riusciamo a leggere molte informazioni importanti che molto spesso con il cellulare trascuriamo come ad esempio:  se i suoi occhi sono brillanti o spenti, se hanno energia e carica o esprimono debolezza o fiacchezza.

Molte volte, soprattutto attraverso i social, idealizziamo cose e persone a nostro piacimento. 

Quante volte ci è capitato di decidere quale immagine poter mostrare di noi, la prepariamo, la scegliamo e la mettiamo on line!

Tutto questo ci pone di fronte ad un’idea pericolosa, è come se per avere un’immagine di noi avessimo bisogno del parere, dell’approvazione dell’altro. Certo, il parere degli altri può essere importante per noi, ma proviamo ad immaginare quanto un apprezzamento “dal vivo” guardandosi negli occhi possa assumere valore rispetto ad un semplice Like.

La verità è che forse non è sempre semplice fare un complimento o viceversa arrabbiarsi con qualcuno scambiandosi lo sguardo, è molto più conveniente farlo attraverso un dispositivo.

Quello che però possiamo imparare a fare ogni giorno è di guardarci allo specchio e chiederci quale immagine riflette dentro di noi per poterla mostrare agli altri senza veli.

Non volendo lo schermo del cellulare diventa un filtro sempre più difficile da togliere, da eliminare. Un filtro che ci allontana dai momenti reali di tutti i giorni, non ci permette di osservare, di guardare l’altra persona veramente negli occhi ed immergersi completamente nell’emozione dell’altro senza preparazione, perché le emozioni non possono essere allestite. 

Il luogo comune

“Per colpa di questi telefonini non ci si guarda più negli occhi”, soprattutto in alcune fasce generazionali non avvezze alla tecnologia, serve spesso come scudo difensivo.

Ma da cosa si sta difendendo chi afferma ciò?

Principalmente dal dover riconoscere la propria responsabilità nel determinare la suddetta mancanza di contatto visivo: dal dover, cioè, riconoscere che lo smartphone è solo uno strumento nelle proprie mani e che è la singola persona a dover imparare a gestire tale strumento con modalità e tempistiche realmente positive per sé e per gli altri.

L’obiettivo diventa quindi non rifiutare la tecnologia, ma apprendere come integrarla in modo funzionale nella propria vita fino a raggiungere un personale e salutare equilibrio tra reale e digitale.

No quindi, ad esempio, a email, chiamate e messaggi di lavoro quando si è ormai a casa e nei weekend (tranne eccezioni): le notifiche disabilitate sono il primo vero scudo difensivo da usare per delimitare uno spazio di benessere per sé e per i propri cari perché l’ansia di controllare le notifiche può portare disagi a livello personale e relazionale, ma non solo.

I bambini che si sentono dire spesso “un attimo…” dal genitore chinato sullo smartphone, infatti, imparano presto che il dispositivo digitale è molto più importante di qualsiasi altra cosa e adottano simili comportamenti cercando in esso quelle attenzioni non ricevute.

Diventa quindi necessario, per evitare tutto ciò, imparare a disconnettersi ogni tanto dalla rete per riconnettersi con se stessi e con gli altri tutt’attorno, partendo proprio dal guardarsi negli occhi.

Commenti

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Le emozioni sono importanti

Oggi parliamo di emozioni e lo facciamo per imparare che ognuno di noi, nelle varie situazioni ed esperienze della propria vita prova cose diverse. Le emozioni aiutano Imparare ad ascoltare i propri sentimenti aiuta l'essere umano a trovare la giusta dimensione e ad...

Terapia di coppia: avvicinarsi o allontanarsi?

Che cos'è l'Amore? "Aveva i capelli della forma delle nuvole, ma non il colore. Erano diventati grigi a causa di tutte le parole che lui gli diceva. Era come se nel giro interminabile di quel filo del telefono che li collegava ci fosse un punto rotto, un qualcosa che...

La dipendenza affettiva: il legame emotivo

Nella dipendenza affettiva, la persona si concentra unicamente sul legame emotivo. Si sente compresa ed amata come nessuno è stato in grado di fare prima. E' disposta ad adeguare la propria vita per soddisfare i bisogni del partner ma in realtà nutre per lui...

La dermatite atopica è psicosomatica

La dermatite atopica può portare con sé vissuti psicologici di ansia  e depressione. Questa patologia va affrontata, oltre che con le classiche cure mediche, anche con un valido sostegno psicologico. "Non esistono parole più chiare del linguaggio del corpo, una volta...

I bambini imparano da ciò che vivono: laboratori didattici a Pistoia

I bambini imparano ogni giorno dalle esperienze che vivono, dalle parole che sentono e dai gesti che vedono. In questi laboratori didattici saranno però loro i protagonisti della mattinata, potranno sperimentarsi e vivere uno spazio a contatto con altri pari, tutto...

Camminare fa bene?

Camminare fa davvero bene? Sei consapevole di come lo fai? Hai mai camminato a piedi nudi?Sai cos'è la bioenergetica? In questa diretta con Alice Lavoratti rispondiamo a tutte queste domande. Buona visione!

Diretta sulla resilienza

In questa diretta con Giulia Gianfilippo parliamo di resilienza. Quali sono i segnali che ci manda lo stress? Come si può reagire? Come si diventa resilienti? Buona visione!

Visualizzazione Nuvola con Alice Lavoratti

Diretta con Alice Lavoratti che si è prestata per sperimentare la visualizzazione nuvola. Vuoi provare anche tu? Buona visione!

Come prendersi cura di sé

Diretta del 4 maggio con Giulia Gianfilippo in cui affrontiamo il tema della cura di sé nella Fase 2. Buona visione!

Benessere corpo e mente: il mio regalo di Pasqua per te

In questo momento così particolare ci troviamo a stare lontano fisicamente dalle persone a noi care, ma è importante cercare un modo per essere comunque presenti con gli altri e con noi stessi. Mai come in questo periodo abbiamo la necessità di mantenere vivo il...

Hai domande?

Privacy Policy

Dove Ricevo

Lucca (Lu)

Via Romana, 534

Online

Tramite Skype e Whatsapp

Avvia la chat
1
Hai bisogno di aiuto? Scrivimi!
Ciao! Come posso aiutarti?